
Dopo il successo dello scorso anno, Extra Factory rinnova la collaborazione con il Premio Ciampi e lancia la nuova edizione del concorso IN-CIAMPI di Fotografia, dedicato a fotografe e fotografi che vogliono confrontarsi con l’universo poetico e umano di Piero Ciampi, figura simbolo della
cultura livornese e della canzone d’autore italiana. Il tema scelto, «Oltre le macerie», si allinea al titolo dell’edizione del Premio Ciampi di quest’anno, diventandone un’ideale estensione visiva.
Un invito a guardare cosa resta e cosa può rinascere dopo ogni crollo, fisico o interiore.
Nelle parole e nella musica di Ciampi si muove da sempre una tensione tra caduta e riscatto, solitudine e comunità, disillusione e speranza. Attraverso la fotografia, quella stessa tensione diventa oggi un linguaggio universale: un modo per raccontare le fragilità del presente e la possibilità di una rinascita personale e collettiva.
Le migliori opere selezionate dalla Giuria coordinata da Fabrizio Razzauti (fotografo e curatore della mostra) e composta da Elena Bacchi (fotografa), Alessandro Fruzzetti (fotografo) e Riccardo Bargellini (artista visivo), saranno esposte, a partire da venerdì 12 dicembre 2025 (ore 18.00 ingresso libero), nella mostra collettiva finale allestita negli spazi di Extra Factory (piazza della Repubblica, Livorno) e pubblicate in un catalogo dedicato.
Nell’ocasione la galleria Extra Factory presenterà una serie di ritratti fotografici di Walter Ricci, scattati in occasione delle passate edizioni del Premio Ciampi, con gli artisti e i musicisti invitati.
A seguire (ore 21.00 Cinema Quattro Mori – ingresso libero) la consegna del Premio L’Altrarte a Pippo Delbono. Autore, attore e registra, negli anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono, dando vita a numerosi spettacoli che hanno segnato la storia del teatro contemporaneo. L’incontro con persone in situazioni di emarginazione e diversità determina una svolta nella sua ricerca. Nasce così Barboni – Premio Speciale UBU nel 1997 “per una ricerca condotta tra arte e vita”.
Da oltre vent’anni gli spettacoli realizzati con la sua Compagnia in un flusso di ricerca continua fra teatro, poesia, musica, cinema e danza, sono presentati in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo, inclusi il Festival d’Avignon, la Biennale di Venezia, l’Holland Festival, l’Hong Kong Arts Festival, il Festival de Otoño, il Festival Grec di Barcellona, il Theater Spektakel di Zurigo, il Wiener Festwochen, il Festival TransAmeriques di Montréal: Il tempo degli assassini, La rabbia, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Racconti di giugno, Questo buio feroce, La menzogna, Dopo la battaglia, Orchidee, Vangelo, La gioia, Amore. Nel 2024 ha debuttato con il suo nuovo lavoro Il risveglio che è tutt’ora in tournée in tutto il mondo.
Nel 2003 Delbono realizza il film Guerra (Mostra del Cinema di Venezia e Miglior film documentario David di Donatello 2004); a seguire: Grido (2006), La paura (Festival di Locarno 2009), Amore carne (68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2011), Blue Sofa (miglior film alla 32° edizione del Festival International du Court Métrage à Clermont-Ferrand), Sangue (66° Festival di Locarno), La Visite-Versailles (2016) e Vangelo (2017).
Come attore ha partecipato), tra gli altri, ai film: Io sono l’amore di Luca Guadagnino (2009), Io e te di Bernardo Bertolucci (2012), Un castello in Italia di Valeria Bruni-Tedeschi (2013), Cha cha cha di Marco Risi (2013), Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway (2014), Pulce non c’è di Giuseppe Bonito (2014), La ragazza del mondo di Marco Danieli (2016), Falchi di Toni D’Angelo (2017), Un tramway a Gerusalemme di Amos Gitai (2018), Lucania di Gigi Roccati (2019). Inoltre, è nel corto di Paolo Zuzza Cuore di Clown (2010), nel corto Uraniani di Gianni Gatti(2013) e in La corsa dell’ora (2017) e Nel nome del silenzio: La chiesa e l’Ombra della Mafia (2024), docufiction di Antonio Bellia. Nella lirica ha firmato le regie: Studio per Obra Maestra (Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto 2007), Don Giovanni (Teatr Wielki di Poznan, Polonia 2014), Cavalleria rusticana e Madama Butterfly (Teatro San Carlo di Napoli 2012 e 2014), La Passione secondo Giovanni (Teatro Massimo di Palermo 2017) e I Pagliacci (Opera di Roma 2018).
Realizza con grandi musicisti i concerti: Amore e carne con Alexander Balanescu, Il sangue sull’Edipo di Sofocle con Petra Magoni, Bestemmia d’amore con Enzo Avitabile e La notte con Piero Corso.
Nel 2025 realizza Bobò (in selezione ufficiale, Fuori Concorso al 78. Festival di Locarno) film che verrà presentato al cinema Quattro Mori dal regista che dialogherà con Marco Bruciati.
Questo film nasce dall’esigenza di raccontare e far conoscere la storia realmente accaduta di un uomo, sordomuto e analfabeta, incontrato nel manicomio di Aversa dove visse per 46 anni.
Questo film è la storia di questo incontro. “E di come questo incontro ha cambiato la mia vita, il mio teatro, il mio cinema. Bobò, così si chiamava questo piccolo uomo, creava personaggi pieni di grazia, di emozione, di comicità”. Personaggi poetici, comici, surreali, ironici, pieni di innocenza e intelligenza, di follia e lucidità. Come era Bobò. Piccole scene che fanno pensare alla sua anima napoletana, scherzosa e struggente allo stesso tempo. Ci sono anche momenti di vita, che fanno vedere il suo stupore, la sua meraviglia nello scoprire la bellezza, l’assurdità, la follia della vita fuori dal manicomio.
“Io ho sempre filmato Bobò. Nella spiaggia mentre danza con le palme al vento, a Cuba dove incontra le donne della “santeria”, che non lo trattano come a un handicappato ma come a un essere divino, uno sciamano…”.
Quando uno degli assistenti di Basaglia vide Bobò, la sua capacità di emozionare il pubblico, la sua presenza in scena, disse: “Franco avrebbe dovuto conoscerlo. Lui è il suo sogno diventato realtà.” Questo uomo che ha vissuto 46 anni in uno dei peggiori manicomi d’ Italia, dove non poteva esprimersi perché non aveva voce, è diventato il protagonista di un teatro col quale ha girato il mondo, ha portato nel mondo la sua esperienza di grande artista. Un uomo che è passato dall’ essere disprezzato, compatito, non capito, a essere ammirato come un grande uomo.
“Penso a un film pieno di vita. La vita che portava con sé Bobò”.
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Mercoledì, 10 Dicembre 2025 Premio Ciampi l'Altrarte a Pippo Delbono |
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