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Visioni incrociate

 

Visioni incrociate
Pippo Delbono tra cinema e teatro

Altre informazioni
introduzione di Oliviero Ponte di Pino
scritti di Pippo Delbono, Fabrizio Fiaschini, Fabio Francione, Enrico Ghezzi, Luca Mosso



L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta usomano con risvolti, colori; INTERNO illustrato, CMYK; 2011, pp. 168
ISBN: 978-88-7218-326-7

Pippo Delbono è un artista poliedrico, capace di indagare la realtà con occhio critico, ironico, perfidamente disincantato e al contempo meravigliosamente poetico. Proprio questo suo sguardo “famelico” di realtà e poesia lo ha portato a sperimentare linguaggi diversi, che creano un universo in cui il corpo della danza, le parole degli articoli su vari quotidiani e i fotogrammi dei suoi film trovano un equilibrio in cui gli uni non possono fare a meno degli altri, e permettono di scoprire nuovi modi di leggere il mondo di oggi.
Partendo dalle premesse teatrali ci si addentra nell’universo immaginifico ricco di riferimenti provenienti dalle sue esperienze prima di spettatore e poi di sperimentatore del linguaggio cinematografico: che si muova con un telefonino o con una cinepresa, sarà la sua indubbia capacità di cogliere l’emozione dell’incontro, di documentare la verità di quello che vede, a creare l’arte, la poesia.
Completano il volume scritti di Pippo Delbono, Fabrizio Fiaschini, Fabio Francione, Enrico Ghezzi, Luca Mosso; una teatrografia e un apparato completo di filmografia con schede e sinossi.

L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta usomano con risvolti, colori; INTERNO illustrato, CMYK; 2011, pp. 168
ISBN: 978-88-7218-326-7diani e i fotogrammi dei suoi film trovano un equilibrio in cui gli uni non possono fare a meno degli altri, e permettono di scoprire nuovi modi di leggere il mondo di oggi.
Partendo dalle premesse teatrali ci si addentra nell’universo immaginifico ricco di riferimenti provenienti dalle sue esperienze prima di spettatore e poi di sperimentatore del linguaggio cinematografico: che si muova con un telefonino o con una cinepresa, sarà la sua indubbia capacità di cogliere l’emozione dell’incontro, di documentare la verità di quello che vede, a creare l’arte, la poesia.
Completano il volume scritti di Pippo Delbono, Fabrizio Fiaschini, Fabio Francione, Enrico Ghezzi, Luca Mosso; una teatrografia e un apparato completo di filmografia con schede e sinossi.

FRESCHI DI CIAK:

C'e' modo e modo di portare il teatro al/nel cinema. Tanto più se, per chi se ne fa carico,  il teatro tradotto in immagini mosse e' una questione di rigore, onesta' intellettuale, ricerca, impegno sociale, sperimentazione e passione politica, poetica, sociale. Aderente a una realtà che intreccia senza soluzione di continuità iter artistico e umano, Delbono pratica "un percorso poetico di compassione per scendere al livello di chi soffre, condividerne l'esperienza e risalire". Le sue "visioni incrociate", che al cinema hanno già dato la quasi -autobiografia di Grido (2006) e che in una Venezia 2011 laterale a Polanski e non genuflessa al nulla del Controcampo italiano ha visto il suo Amore Carne in concorso a Orizzonti, sono esposte dal bel lavoro di Bionda e Gualdoni in un volume che ne riassume l'unicità: dagli esordi danesi con Pepe Robledo al suo primo spettacolo italiano Il tempo degli assassini (1987), fino alla recente e felice commistione del suo metodo con musica e danza ( Dopo la battaglia, 2011: Alexander Balanescu al violino e voce fantasma di Alda Merini).

Filippo Mazzarella, Linus Cinema, n.10, ottobre 2011

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