Urlo

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Mario Intruglio Mario Intruglio Jean Louis Fernandez

Premio "Olimpici del teatro 2005" (miglior spettacolo d’innovazione)  -

Premio Girulà 2005 (miglior spettacolo di cultura non partenopea ospitato a Napoli)

Nomination UBU 2004 (miglior spettacolo)

Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione / Festival d'Avignon /Teatro di Roma / Maison de la culture de Bourges /Le Volcan - Scène national du Havre /Thèatre national de Toulouse /Scène national de Sète /Spielzeiteuropa Berliner Festspiele in collaborazione con Orestiadi di Gibellina

Urlo ha debuttato al Festival di Avignone nel 2004. Nasce però da un pensiero che mi porto dietro da tempo.Del resto, uno spettacolo per me nasce sempre da domande, da interrogativi su cose che non capisco, da inquietudini, ombre che mi passano accanto, menzogne, aria di malattia.

 

I miei spettacoli passati hanno quasi sempre parlato di malattie fisiche, di dolori, lotte, follia. Ora l’urgenza che avvertivo era sì verso una malattia, ma nuova, di diverso tipo. Esistono malattie che non sono più riconoscibili in quanto tali, ma per questo più mostruose, più terribili, nascoste, difficili da scoprire, anche in noi stessi. Come il potere.Un male che ci portiamo dentro e che si sviluppa in modo sottile. Certo, c’è quello dei Bush o dei Berlusconi, il potere plateale di chi gestisce la sorte di tante persone… Ma più vasto, più malefico ancora è il potere come sottile aspirazione che coltiviamo tutti noi, alimentato dall’arroganza e dall’io. Quella tentazione di identificare la propria persona nel momento in cui ha qualcun altro da sottomettere. L’essere umano che ha bisogno, per affermarsi, di tenere in pugno un suo simile.
Noi abbiamo dimenticato. Guardando gli sciamani dell’America Latina ho avuto l’impressione che fossero tra i pochi portatori di una storia dell’umanità dimenticata, uomini che portano dentro di sé un segreto, forse la possibilità di un mondo diverso. Ma gli uomini credono di essere immortali, e questo è il segno più evidente della loro ignoranza. Che non vuol dire non aver letto. La conoscenza è un’altra cosa. Conoscenza e cultura sono soprattutto accettazione di noi stessi, dell’essere umano e di ciò che ti sta attorno, del proprio essere fragile, mortale. Ma no, noi crediamo che la cultura sia quella che ti dettano gli intellettuali, dominati dalla loro mente, altra forma terribile di potere. La mente che ti comanda, che non ti permette più di ritrovare il bambino che è in te, che non lascia riscoprire quella semplicità che evocava Socrate quando diceva so di non sapere.
Per me il teatro è il luogo in cui voglio condividere tutto questo con gli altri. Certo, anche un palco è un luogo di potere e anch’io porto i limiti dell’intellettualità. Ma credo che aver toccato certe zone della vita come il dolore, la malattia, il senso di morte, mi abbiano fatto crescere un po’. E mi abbiano messo delle antenne che mi fanno avvertire tutt’intorno quest’aria malata di potere.
Urlo è un grido. Quello del neonato, ma anche lo strazio del torturato, la furia dell’arrabbiato che chiede la fine del tempo iniquo, proclama l’urgenza di un mondo più umano. Nella lingua dei poeti, Urlo è anche l’ululato del vento, dei lupi e della schiera dei potenti, il ringhiare dei cani da guardia dell’ordine dominante, il clamore della moltitudine del popolo non sottomesso.
Ma grido anche il bisogno del bambino, grido la voglia di libertà. Perché il potere è anche quello che ognuno di noi ha di cambiare il proprio destino. Diceva Chaplin: pensa alla forza che fa crescere gli alberi, pensa alla forza che fa girare l’universo. E poi pensa che quella stessa forza è dentro di te.

 

Pippo Delbono

 

 


13/07/2004 - Avignon - Festival d'Avignon   Con Dolly Albertin,Gianluca Ballarè, Bobò,  Piero Corso,Armando Cozzuto , Pippo Delbono, Lucia Della Ferrera,Ilaria Distante, Claudio Gasparotto, Gustavo Giacosa, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Germana Mastropasqua,Julia Morawietz , Gianni Parenti ,Pepe Robledo e Grazia Spinella
Regia:Pippo Delbono -Scene: Philippe Marioge  -Luci : Manuel Bernard
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