Il risveglio di Paolo Randazzo - www.Dramma.it-
Al dunque, nella lunga serie dei suoi spettacoli,
Pippo Delbono ha sempre dispiegato la sua arte di attore, regista, perfomer nel
perimetro sostanziale di un’espressione, potentissima e straziata, di amore per la vita in
tutte le sue sfaccettature.
Amore per la vita: al di sopra di tutto, malgrado tutto, contro tutto e tutti.
Amore per la vita che t’incendia e costringe a ribellarti e cambiare radicalmente i tuoi
piani, che ti fa innamorare di chi mai e poi mai dovresti, che ti rende ribelle e fragile,
che pretende obbedienza e ti strattona e ti emoziona, ti rende bellissimo, luminoso,
feroce, amore per la vita inestinguibile, ineffabile, violento.
Amore per la vita che ti rende sensibile (politicamente sensibile)
ad ogni piega e piaga della realtà, ad ogni ingiustizia e ferita, ma non permette a quella
realtà di piegarti in calcoli e mortificanti compromessi che ti uccidono e rendono morte il
tuo tempo ancora in vita. Chi conosce il percorso artistico di Delbono sa quanta verità c’è
in questa descrizione, per quanto estremamente sintetica. Ecco allora che, nella
costruzione dei suoi spettacoli (non è un caso che il penultimo si intitoli appunto Amore),
possono esserci tanti o pochissimi elementi costruttivi ma, fino a quando questo amore
per la vita resta attivo, caldo di emozioni e percepibile mentre egli è in scena (seppure
segnato e quasi sopraffatto dal dolore) a raccontare le sue storie (sempre quelle? sì
sempre quelle, ma da angolazioni diverse), non c’è da stupirsi che pubblico e critica
restino coinvolti ed emozionati e si senta forte e si riconosca il calore di un’esperienza
artistica lunga, importante e autentica.È quanto vien fatto di pensare in relazione a
“Risveglio” l’ultimo spettacolo di Delbono che, dopo aver debuttato a giugno scorso a
Sibiu in Romania e aver avuto alcune date a Parigi, si è visto in prima nazionale dal 17 al
20 ottobre 2024, sulla scena del Teatro Storchi di Modena nel contesto dell’Opening-
Showcase Italia della stagione di “Emilia Romagna Teatro”. Non è superfluo ricordare che
si tratta di un teatro e di una città che Delbono ama molto e in cui ha vissuto e lavorato
per diversi anni. Il palco vuoto, una sedia e l’artista che si siede e comincia a raccontarsi:
comincia a raccontare il suo risveglio dopo il dolore, la gioia vitale e desiderante del suo
risveglio, dopo sette anni, come dice lui stesso - di “frigorifero”. Una metafora per dire
della difficoltà, della malattia, del disagio che lo hanno tenuto in scacco, fermo ai margini
della vita e delle sue possibilità creative. Un risveglio che egli ha voluto celebrare
ripercorrendo alcune tappe della sua formazione e del suo percorso artistico (video di
concerti dei Jefferson Airplane o dei Who, testi, racconti di episodi personali, immagini
evocative, amicizie – quella con Pina Bausch anzitutto-, amori, gesti simbolici, momenti
di danza) e facendosi accompagnare in questo percorso dal violoncellista (magnifico)
Giovanni Ricciardi e dalla sua compagnia/famiglia: Dolly Albertin, Margherita Clemente,
Pippo Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe
Robledo, Grazia Spinella. Gesti e segni, immagini, parole, versi, che rivelano dello
spettacolo una caratura e una struttura poetiche piuttosto che una compiuta (ma forse
nemmeno ricercata) dimensione drammaturgica. Un’assenza è particolarmente sentita e
dolorosa: quella di Bobò (l’attore Vincenzo Cannavacciuolo), scomparso qualche anno fa.
Uno dei pilasti della compagnia Delbono e ingrediente importante di molta parte del suo
processo creativo. L’artista affronta con coraggio questa mancanza che sembra togliergli
il respiro, con coraggio e senza esorcizzarla, anzi lasciando che lo spettacolo si avvii a
conclusione con un video di Bobò, tenerissimo e grottesco, che danza e si muove come
solo lui poteva fare.
Il risveglio
17 - 20 ottobre, Teatro Storchi, Modena. Prima nazionale. Uno spettacolo di Pippo
Delbono. Con la Compagnia Pippo Delbono: Dolly Albertin, Margherita Clemente, Pippo
Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo,
Grazia Spinella. Al violoncello Giovanni Ricciardi. Luci di Orlando Bolognesi, costumi di
Elena Giampaoli, suono di Pietro Tirella. Capo macchinista Enrico Zucchelli.
Organizzazione Davide Martini. assistente di produzione Riccardo Porfido. Produttore
esecutivo Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale. Co-produttori Teatro Stabile di
Bolzano, Teatro Metastasio di Prato, Théâtre de Liège, Sibiu International Theatre
Festival/Teatrul Național “Radu Stanca” Sibiu, Teatrul Național “Mihai Eminescu”
Timisoara, Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, TPE – Teatro Piemonte Europa/Festival
delle Colline Torinesi, Théâtre Gymnase-Bernardines Marseille In collaborazione con
Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale.